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Podcast: cos’è? Ma soprattutto, cosa sta diventando?

Scegli il podcast, metti le cuffie, regola l’audio. L’informazione e il racconto sono nella tua playlist.

 

Pianeta Terra, Anno Domini 2020. L’umanità vive nella rete, nei suoi cloudganger.
Blog che scorrono sotto le dita, Instagram Stories davanti agli occhi, un podcast nelle orecchie. E se i primi due sono ormai da tempo protagonisti nel nostro quotidiano, sul terzo sarebbe meglio spendere qualche parola.

Contenuto in ascesa, formato di tendenza, il podcast è il medium che oggi sta rivoluzionando il nostro spazio sonoro
Anche se questo concetto esiste già da un po’…

Per la prima volta,  “podcast

La parola podcast nasce nella prima metà degli anni 2000. Sono anni nei quali la trasmissione e la riproduzione dei contenuti multimediali mette le radici in ogni casa tramite la rete internet. Anni in cui il mercato della tecnologia “prêt-à-porter” è dominato dalla Apple e dal suo lettore di file audio, l’iPod.
Da questi due concetti, nel 2004, il giornalista Ben Hammersley crea sul Guardian il neologismo podcast: sintesi di broadcasting (trasmissione) e iPod, lo strumento che dava per la prima volta accesso in rete ai cataloghi multimediali di tracce sonore e contenuti audio.

Un vocabolo quasi profetico nella sua introduzione.

Il podcast oggi

Il podcast sta colonizzando il nostro spazio mediatico. Spotify, iTunes, Audible e Google Podcast, ma anche YouTube e Twitch. Qualche tempo fa, invece, era contenuto esclusivo dei cataloghi online e nei canali tematici della radio digitale.
In questo modo anche il contenuto audio è diventato disponibile on demand, accessibile in qualsiasi momento tramite connessioni sempre più rapide.

La trasmissione audio non è più in onda. È nel cloud. 

Il podcast intercetta così la stessa tendenza delle serie su Netflix, dei film su Amazon Prime e dei romanzi sul Kindle e del suo servizio Unlimited, aprendo quelli che erano i linguaggi della radiofonia parlata a modelli di produzione e fruizione totalmente nuovi, innovativi ed accessibili. Il terreno diventa dunque fertile per contenuti concepiti con una forte impronta di tematizzazione, anche su argomenti di nicchia.

Per averne un’idea, basta fare login su una qualsiasi piattaforma di streaming audio, digitare “p o d c a s t” nella barra di ricerca e dare un’occhiata alle possibilità di scelta.
Per tutti i gusti, per ogni possibile esigenza, troviamo podcast di ogni tipo e sui temi più disparati, divisi per genere o ambiti.

ipod Beatles Podcast Wide Open Coworking

 

Organizzati in episodi (talvolta in stagioni) abbiamo podcast giornalistici, di rassegna stampa, di analisi su attualità, società e politica. Podcast narrativi, con tanto di scrittura e recitazione.
Interviste, documentari, fiction.
Podcast che sviscerano tematiche storiche, sportive, scientifiche, del mondo della comunicazione e dei media, dell’arte e dell’intrattenimento. Dalla storia dei videogiochi alle monografie di personaggi noti dell’arte e dello sport. Podcast destinati alla formazione personale e altri sul lifestyle.

Sulle stesse piattaforme di podcasting troviamo anche raccolte di conferenze, adattamenti di format audiovisivi, materiali che inizialmente non erano stati pensati con la struttura del podcast, ma che comunque trovano un certo riscontro.
Infine ci sono i podcast just chatting, in cui i temi più disparati vengono trattati con la leggerezza del parlato quotidiano.

Aggiunto: Non esiste argomento che non possa essere affrontato in un podcast, non c’è giornalista, influencer o personaggio che nel 2020 non stia pensando di ideare il proprio.
La rivoluzione della comunicazione del parlato passa attraverso le nostre cuffie, portando non poche novità.

Le caratteristiche del podcast

Relativamente semplice da fruire, il modello podcast richiede però le giuste attenzioni nella sua fase di realizzazione.
Anzitutto, la qualità della produzione è fondamentale. Un audio scadente significa compromettere l’unico canale di comunicazione a disposizione: si fallisce ancora prima di cominciare.

Se però le caratteristiche tecniche rimangono comunque “behind the scene”, ciò che è di palese importanza è l’aspetto creativo. La scrittura, ad esempio, deve essere concepita e ottimizzata per il parlato, per l’interpretazione colloquiale, facile da intendere e immediata da seguire.
Montaggio e post-produzione risultano essere decisivi e contribuiscono in maniera cruciale a creare un prodotto più vicino ai meccanismi cinematografici che a quelli radiofonici. Sono queste caratteristiche imprescindibili e peculiari, che distinguono i podcast veri e propri da tutto ciò che genericamente si può ascoltare.

Il podcast diventa così rapido, fluido, immersivo e trascina l’ascoltatore alla scoperta di numerosissimi, nuovi scenari.
Si ascolta in auto, in metropolitana, nel tempo libero, mentre si corre o si gioca alla PlayStation. Adatto ad ogni momento e, soprattutto, adatto a tutti.

Sfoglia un catalogo, cerca tra gli argomenti: troverai sicuramente la tua cup of tea.

Qualche consiglio?

I 10 migliori podcast secondo Wide Open coworking

Questa Top Ten è da intendersi anzitutto come un caldo invito all’ascolto, è ovvio.
Ma c’è anche qualche altra ragione:

    1. Da Costa a Costa
      Notizie, commenti e reportage dedicati al complesso universo USA. Da Costa a Costa è nato nel 2016 dall’intuizione di Francesco Costa (già vicedirettore del Post), fra i primi in Italia a proporre contenuti podcast. In ogni episodio il giornalista catanese racconta e spiega eventi e situazioni della vita pubblica americana, esamina casi mediatici, descrive le campagne elettorali e le carriere dei protagonisti nello scenario politico statunitense. L’intero progetto è finanziato dalle donazioni spontanee degli ascoltatori ed il successo di pubblico e critica hanno spinto Costa a scrivere un libro dal titolo “Questa è l’America” edito da Mondadori. Fondamentale.
    2. 1989
      1989 è un podcast che parla di storia e storie. La storia attraverso l’analisi comparata di un solo anno: il 1989, appunto. Riccardo Gazzaniga racconta uno dei principali momenti di svolta del ‘900. Episodio dopo episodio, ognuno riassunto in un titolo di canzone, si torna al punto di culmine di tutti i processi politici e sociali iniziati da dopo la Seconda Guerra Mondiale. I fenomeni di costume e le sonorità dell’epoca strizzano l’occhio alla suggestione e alla nostalgia, ma ogni componente viene intessuta nel racconto di quell’anno di svolta. Un anno in cui tutto era diverso e diventava diverso. L’anno della genesi del mondo di oggi.
    3.  Cronache dei ’90
      Ci sono poi casi in cui la storia si incontra con la cultura sportiva. Calcio, nostalgia e mito contemporaneo si intrecciano e raccontano parte della nostra stessa identità. Stefano Borghi, nel suo Cronache dei ’90, coglie esattamente questo punto: gli anni Novanta, raccontati attraverso i novanta minuti delle partite che hanno marcato un’epoca. Attorno alle storie del campo di calcio ci sono equilibri politici, cambiamenti sociali, eventi epocali. E sull’erba, con il pallone, corrono le vicende umane degli eroi popolari, si segna l’epica moderna del nostro immaginario. Come colonna sonora, ovviamente, il meglio dello stesso decennio.
    4. 92 minuti di applausi
      Vi piace l’arte? Non vi piace l’arte? La celebrate? Non la capite? Dalla banana di Cattelan, alla Merda d’artista, passando per il più classico dei classici: La corazzata Potëmkin.
      Il podcast 92 minuti di applausi mette alla berlina le opere più controverse e discusse, trasversalmente a tutti i campi. In ogni puntata un critico esperto si contrappone alla visione del più popolare “buon senso bruto”. Un podcast sull’arte, o meglio, in difesa dell’arte. Che, per una volta, non si eleva al di sopra del pensare comune, ma si confronta con esso. E ne esce vincente.
    5. Milano, Europa
      Un viaggio nella più avanzata delle città italiane, la più europea, la più cosmopolita. Esempio unico nel nostro Paese di continua trasformazione, urbana ed economica.
      In un reportage audio di sei episodi, Milano viene descritta, raccontata, vissuta. L’ascoltatore viene calato nella sua realtà, oltre il racconto banalizzato dei più popolari luoghi comuni. Si parla di lavoro, di periferia, di architettura. Si analizza la società, la demografia, le prospettive. La voce di Francesco Costa si alterna a quella dei contributi audio, pregni di conoscenza, amore e vita vissuta nella città della Madonnina.
    6. Bestiario politico
      La politica come non è mai stata raccontata prima. Gianluca Briguglia, professore all’Università Ca’ Foscari di Venezia, va alle radici delle idee e del pensiero che hanno plasmato la nostra società. Torna al Medioevo e al Rinascimento, raccontando le figure che hanno cambiato il modo di concepire la politica. Ai personaggi realmente esistiti si alternano figure immaginarie e rappresentazioni che nutrivano paure e speranze, problemi e soluzioni. Niccolò Machiavelli, i Cinocefali, Christine de Pizan e Adamo ed Eva. Queste sono alcune delle voci del suo Bestiario, un’enciclopedia su quei mostri mentali che ancora oggi occupano i terreni più oscuri della nostra politica.
    7. Fucking Genius
      Irriverente e leggero. Ma innegabilmente completo.
      Fucking Genius è un podcast di monografie sul puro genio. In ogni puntata viene raccontata la figura di un innovatore, un talento, un personaggio che ha incontrato, stravolto e poi superato il proprio ambiente culturale, segnando così un punto di svolta nella storia dell’umanità.
      La tecnologia di Leonardo Da Vinci e quella di Steve Jobs, la scienza di Albert Einstein e la visione di Elon Musk. La voce del fisico e divulgatore Massimo Temporelli ci porta tra le vite e le storie dei grandi geni della nostra civiltà.
    8. Veleno
      Nel panorama dei podcast meritano senza dubbio una menzione quelli della categoria true crime. Ascoltati, discussi, apprezzatissimi.
      Veleno è l’esempio per eccellenza, quello che con più slancio ha avvicinato l’Italia al medium del podcast.
      A metà tra l’inchiesta e il documentario, Pablo Trincia e Alessia Rafanelli ricostruiscono per la Repubblica un caso di macabra cronaca nera a cavallo del secolo. La narrazione è orchestrata in maniera perfetta. L’ascolto è coinvolgente, immersivo, costruito grazie alla consapevolezza del montaggio, l’uso gli effetti sonori e, ovviamente, l’introduzione di testimonianze dirette. Esemplare.
    9. Morgana
      Eloquente sottotitolo: Storie di ragazze che tua madre non avrebbe approvato. La scrittrice Michela Murgia dedica il suo podcast alle donne, alle figure femminili che hanno fatto la storia della comunicazione, dello spettacolo, della società. O che hanno fatto semplicemente storia. Donne controcorrente, estreme, fuori dagli schemi, di esasperato talento. Donne considerate strane, e che sono diventate straordinarie. La raccolta di queste monografie femminili è trasversale a tutti i possibili campi della cultura, da quella più alta e letteraria alle icone del pop. Musica, arte, architettura, dalle svolte sociali fino agli archetipi femminili delle protagoniste di Game of Thrones.
    10. Sul decimo…
      …non ci esprimiamo. Per ora. Diciamo che stiamo lavorando su qualche idea.

L’avete notato?

C’è un’altra fondamentale caratteristica nel cuore del concetto di podcast che ora può essere messa in luce.

In un podcast può essere raccontata praticamente qualsiasi cosa, in un podcast può essere presentato qualsiasi argomento. Tutto a un’unica condizione: quella di avere la giusta idea legante. Bisogna sapersi inventare un pretesto. Elaborare la propria formula. Imprimere sulle puntate una forte identità.

La storia globale lunga ottant’anni può ruotare perfettamente attorno al pretesto di un’unica data.
La società può essere analizzata a partire dalle partite di calcio.
Ipazia e Sansa Stark possono essere messe fianco a fianco.
Con una citazione di Fantozzi si collegano l’arte di Maurizio Cattelan e la satira di Charlie Hebdo.

Postazione lavoro podcast Wide Open Coworking

Il podcast è una delle poche forme in cui la parola non arriva né in forma scritta, né accompagnata da un’immagine. Viaggia attraverso il puro suono. Viene così fuori tutta l’elasticità di questo mezzo, grazie a cui l’idea di base non è mai un vincolo, ma un’occasione. Uno spunto in cui diventano immediati e intriganti anche i collegamenti più azzardati o impensabili. L’apparente essenzialità della sola voce riesce a fare tutto questo agilmente, facendo della sua semplicità strutturale la sua enorme potenza comunicativa.

Si parte da uno specifico punto, e a fine puntata a quello stesso punto si torna. Nel frattempo, però, l’impatto suggestivo è forte, la trama tematica è fitta, la comunicazione è ampia.
In un podcast l’argomento non è mai solo uno.

L’ipertesto del podcast

Citazioni e riferimenti non possono mancare in un podcast che si proponga di essere un prodotto completo, tentando anche rapide digressioni, ovviamente pensate ad hoc per dare spessore e respiro al contenuto.
Finita la puntata, l’ascoltatore viene lasciato con degli spunti, è invogliato a continuare. Il podcast ha bisogno di fonti affidabili su cui fare riferimento e a cui rimandare per approfondire: stimola a sviscerare l’argomento e a colmare le lacune.

Un podcast come si deve sa rimandare in maniera indiretta alla saggistica, ai giornali, agli articoli originali. Poi, soprattutto, alla musica, alle interviste, ai contenuti audiovisivi originali. La voce narrante cita continuamente opere (film, libri, fumetti, album musicali) ed invita a completare la totale comprensione di ciò che viene proposto.
Fa sentire chi lo ascolta immerso nell’argomento, parte di esso.

Il podcast diventa così un contenuto che non ha un semplice sviluppo lineare, ma si sviluppa nella profondità reticolare, rizomatico, dell’ascolto.

Ma, alla fine… Il podcast, cos’è?!

Dare una definizione netta di ciò che chiamiamo “podcast” non è facile, per la varietà di generi e forme che questo assume e per la rapidità con cui nuovi spunti si trasformano in prodotti di punta di questa forma.
Come modello di comunicazione, è ciò che riorganizza alcune caratteristiche della tradizionale radiofonia, calandole in strutture simili a quelle dei più contemporanei canali YouTube. Il podcast però genera da tutto questo qualcosa di molto diverso.
È un prodotto creativo, che intercetta le strutture della serialità tele-tematica introdotta da operatori come Netflix e Spotify, con tutte le tendenze di fruizione e condivisione che da questi modelli derivano. Si passa infatti dal binge-watching al binge-listening, si procede alla condivisione, al commento, al feedback diretto.

Veronica Malatesta Illustator Podcast Wide Open Coworking

Si crea così un risultato a metà tra la  talk radio tematica on demand ed una sorta di audioblog, con il semplice file audio che si aggiunge ai protagonisti della crossmedialità totale, quella in cui ci immergiamo tutti i giorni.

Abbiamo iniziato dicendo che il podcast è un contenuto.
In realtà, nasce – o nasceva – come contenitore. Apri il catalogo, scegli la playlist, clicca su play.

Nel momento stesso in cui questo articolo viene scritto e letto, il podcast si sta trasformando in qualcosa di estremamente diverso. Anzi, per dirla meglio, sta facendo il suo percorso di naturale definizione.
Esattamente come ha fatto qualsiasi altro medium nella sua storia, il podcast prende qualcosa dalla sua struttura tecnica, impara dall’impiego che subisce, e si rimodula. E lo fa con la velocità istantanea della comunicazione creativa del nostro tempo.

La fortissima ascesa del podcast è in ragione anche di come coglie e si adatta a questi stimoli. La puntata tipo, già nel suo concepimento, comincia a calibrarsi sulle esigenze dell’ascoltatore, aderendo alla sua vita quotidiana e alle sue possibilità d’ascolto. Non è un caso se la durata media di un episodio si sovrappone al tempo medio di spostamento da casa a lavoro, per esempio, né il fatto che l’insieme delle puntate è efficace per un ascolto continuo e sequenziale, con il singolo episodio che rimane comunque perfetto, spesso, per una fruizione più occasionale e sporadica.

Il podcast sta così rapidamente perdendo tutte quelle caratteristiche di amatorialità grazie al cui slancio ha potuto esplorare la sua varietà tematica, senza precedenti. E sta anche abbandonando quella dimensione da medium secondario, collaterale, “di riserva“, grazie a cui però nomi forti della comunicazione e dello spettacolo hanno potuto veicolare il proprio pubblico, creandone uno nuovo.

In questo il podcast si sta evolvendo e raffinando. Sta costruendo la sua autonomia, definendo la sua dignità e legittimando la sua posizione.
Con le sue regole, le sue prassi e le possibili strade che può percorrere, da formato sta diventando format.
In sintesi, già nel presente, il podcast è il più pregiato mezzo di comunicazione sonoro del prossimo futuro.
Staremo a sentire.

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I link ai podcast:

Da Costa a Costa (di Francesco Costa): SitoSpreaker
1989 (di Riccardo Gazzaniga): StorieLibereSpreaker
Cronache dei ’90 (di Stefano Borghi): StorieLibereSpreaker
92 minuti di applausi (Scuola Holden): StorieLibereSpreaker
Milano, Europa (di Francesco Costa): Sito – Spreaker
Bestiario Politico (di Gianluca Briguglia): StorieLibereSpreaker
Veleno (di Pablo Trincia e Alessia Rafanelli): Repubblica Spreaker
Fucking Genius (di Massimo Temporelli): StorieLibereSpreaker
Morgana (di Michela Murgia): StorieLibereSpreaker

Fonti e articoli:

What is a podcast?” – The Podcast Host
“What is a podcast and how do they work?” – Podcast Insight
Che cos’è un podcast?” – Il Tascabile
Podcast, cosa sono e come si ascoltano” – Vanity Fair
Che cos’è un podcast” – Guida Digitale IONOS
Podcast: cos’è, significato, storia e come funziona” – Monoclick

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Categories: Podcast

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